Masseria Maio


La Masseria
Quando si parla del maiale come prodotto di genuina qualità viene spontaneo pensare a Castelpoto.
Questo piccolo paese, immerso nella natura pressocchè incontaminata della Valle Vitulanese, offre, oltre agli aspetti paesaggistici di indubbia suggestione e a monumenti di rilevanza storica, la possibilità di assaggiare il frutto di una cultura contadina giunta fino ai giorni nostri grazie a secoli di rigoroso perfezionamento.
Ed è proprio per questo motivo che l’azienda “Masseria Maio” di Pierpaolo Maio, in un’ottica di promozione di questi prodotti, ha deciso di aprire questo sito internet di commercio elettronico. In questo frangente l’esigenza della promozione gastronomica altro non è che il puro desiderio della tutela del consumatore e del prodotto stesso.
L’obiettivo dell’azienda è quello di valorizzare l’ingegno di persone che hanno elaborato nel corso dei secoli questi prodotti, e con semplicità hanno conservato e tramandato un prodotto unico e di rara bontà, parliamo dell’ormai famosa “Salsiccia Rossa di Castelpoto”.

Il territorio
Castelpoto è un comune della provincia di Benevento in Campania.
Il sito risale all’epoca sannitico – romana: lo confermano iscrizioni e reperti rinvenuti nel territorio. Il paese, sorto sul colle prospiciente la valle del Calore Irpino e la pianura beneventana e sviluppatosi sotto i Longobardi e i Normanni, subì le alterne vicende delle lotte tra il confinante territorio pontificio di Benevento e il regno svevo. Dopo un breve periodo di dominio pontificio, infatti, il paese fu occupato e sottomesso da Federico Il. Fu poi sotto il dominio degli Angioini, degli Aragonesi e degli Spagnoli, conservando sempre la sua identità politico – amministrativa dal Regno di Napoli all’unità d’Italia.
La salsiccia
La salsiccia rossa rappresenta una delle peculiarità di Castelpoto, tra le più rappresentative, tanto che a fine aprile il paese le dedica una nota fiera-mercato. La lavorazione è particolarmente laboriosa e complessa. Si inizia selezionando carni suine scelte (prosciutto, spalla), privandole di nervature e grasso e macinandole in modo grossolano. Stessa operazione viene effettuata con lardo e pancetta. I due ingredienti vengono mescolati tra loro e addizionati di polvere di peperoncini – dolci o piccanti – coltivati in loco, i “papauli” in dialetto locale. La polvere viene preparata frantumando peperoni piccoli, quelli infilati con ago e filo in collane e poi appese ad essiccare all’aria in un luogo ombroso. Dopo la tostatura in forno a legna, alimentato con legno d’ulivo e quercia, sono macinati manualmente, sino ad ottenere una polvere finissima. A questi ingredienti si aggiungono un infuso di teste d’aglio in acqua, per evitare che le carni si asciughino troppo, sale e finocchietto selvatico e si impasta nuovamente il tutto. Segue una fase di riposo e poi l’insaccatura in budello naturale, pratica ancora oggi eseguita completamente a mano. Si formano collane di piccole salsicce, dove ogni salsiccia ha un peso variabile dai 100 ai 140 grammi. La salsiccia viene riposta in locali naturali, dove stagiona sotto la stretta e quotidiana vigilanza dei produttori dai 20 ai 50 giorni, secondo il calibro e la pezzatura. La modalità di consumo più comune è a fettine con un buon pane casereccio oppure, per chi riesce a reperirlo, con il pane cunzat (una pizza arricchita di ciccioli e uva passa che si produce solo a Castelpoto). A Castelpoto si è soliti mangiarla anche fresca, cotta alla brace o come condimento dei fusilli fatti a mano. La salsiccia rossa è prodotta ancora in tutte le famiglie di Castelpoto, ma solo quella marchiata dal Consorzio – che riunisce i cinque produttori di Salsiccia rossa di Castelpoto – è l’unica in grado di garantire una tracciabilità di tutta la filiera. Il consorzio è stato costituito nel 2007 allo scopo di tutelarla e di regolare la sua produzione con un disciplinare rigoroso che stabilisce norme precise anche per l’alimentazione dei suini. L’allevamento dei suini – da epoca antichissima caratteristico del Sannio – è condotto ancora in maniera tradizionale: le razze locali, originariamente nere, si sono incrociate nel corso del tempo con razze bianche più recenti, originando maiali dal vello pezzato, che sono attualmente utilizzati per la produzione di salsiccia rossa. Il consorzio sta lavorando per la reintroduzione di suini neri e garantisce la filiera a partire dall’alimentazione: cereali e foraggi, rigorosamente no ogm, sono coltivati in loco. La produzione della Salsiccia rossa di Castelpoto avviene da novembre ad aprile. La stagionatura minima è di tre settimane.


