Apicoltura Fratelli Anzivino

Apicoltori

In una valle del Sub-Appennino Dauno Meridionale, tra boschi e campi di incolto, sorge ad Orsara di Puglia l’Apicoltura “Fratelli Anzivino”, erede di un’antica passione trasmessa da padre in figlio sin dai bisnonni, che, in sintonia con la natura, allevano le laboriose api che producono il dolce miele.

La propoli è sostanzialmente una sostanza antibiotica, anestetica, cicatrizzante, antinfiammatoria. Agisce come antiossidante, antimicotico, stimolante, deodorante; detta tintura può essere utilizzata per uso interno, somministrando 30 gocce al giorno diluite in un poco di acqua, nei casi di raffreddore, influenza da virus, gastrite, ulcera. Inoltre diluendo 15-20 gocce in mezzo bicchiere di acqua, si ottiene un collutorio per l’igiene periodica della cavità orale, per la prevenzione delle carie, ed in caso di gengiviti od infiammazioni in generale.

Il territorio

Adagiata sulle pendici di Monte San Marco e nascosta dai dolci declivi di Monte Maggiore alla piatta e assolata piana di Capitanata, sta Orsara di Puglia come sentinella dei monti del pre-Appennino dauno.
Composta nella sua architettura spontanea, serena si presenta allo sguardo, quando si affrontano gli ultimi tornanti.
Il suo impianto urbanistico medievale asseconda gradevolmente gli umori del terreno sul quale, quasi a precipizio tra estranei abeti, si staglia il complesso architettonico dell’ex Abbazia di Sant’Angelo del X-XI secolo.
L’origine di Orsara si confonde con la leggenda.
Si parla di un’orsa trovata con due cuccioli in una tana, quasi a simboleggiare la suggestiva e primitiva ricchezza di boschi incontaminati di questi luoghi.
Sicuramente ebbe contatti con Osci e Irpini, come testimoniano i reperti archeologici conservati nel Museo Diocesano. Fu teatro di battaglie durante la seconda guerra punica; forse era attraversata dalla via Erculea, voluta dall’imperatore Caio Valerio Massimiliano detto Ercules (240-310 d.C.)
Secondo altri, forse, nel periodo longobardo-bizantino vi dimorò un potente personaggio dal nome Ursus, dal quale deriverebbe il nome Orsara.